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Intervista a Paola Faggiano

WhatsApp Image 2025 09 01 at 11.04.49Sinergie Lucane compie 10 anni e per celebrare questo importante traguardo, l'associazione lancia "Il Salotto delle Sinergie". In questa rubrica settimanale, esploreremo le voci e le storie che hanno reso possibile il successo dell'associazione. Il progetto darà spazio a tutti i protagonisti - associati e partner - che hanno contribuito, direttamente e indirettamente, a questi dieci anni di impegno e passione. Il primo appuntamento è con la presidente e fondatrice, Paola Faggiano, che in un'intervista sincera ci racconta la nascita dell'associazione, le sue sfide e i suoi successi, e la visione che la spinge a proseguire con tenacia il suo percorso.

Paola, nel 2015 è nata Sinergie Lucane da un "forte desiderio di cambiamento".
Potrebbe raccontarci cosa ha scatenato personalmente questo desiderio? C'è stato un momento o un'esperienza precisa che l'ha spinta a creare questa associazione?

«Il desiderio di creare Sinergie Lucane è nato da un'esperienza personale molto dolorosa. Nel maggio 2015, durante la festa del santo patrono a Potenza, mio figlio subì una brutale aggressione che gli spaccò la mandibola. In ospedale, vidi scene di degrado che mi sconvolsero, con ragazzi anche in coma etilico. Decisi di raccogliere oltre mille firme per vietare la vendita di alcolici durante la festa, ma mi scontrai con resistenze e offese.

Dopo essermi sentita bloccata e politicamente ostacolata, ho spostato la mia lotta sul piano sociale. Nonostante le delusioni, non ho mai abbandonato la convinzione che la Basilicata meriti di meglio e che i giovani abbiano bisogno di un esempio positivo. È per questo che ho scelto di non organizzare eventi nei mesi di maggio e novembre, in segno di rispetto: maggio, per quanto accadde a mio figlio, e novembre, per la mia personale concezione di mese dedicato ai defunti. Ho capito che la mia missione era dare un contributo alla comunità, partendo da un'esperienza negativa per trasformarla in qualcosa di costruttivo. Questa è stata la genesi di Sinergie Lucane, nata dalla volontà di reagire al dolore e di non arrendersi di fronte alle ingiustizie».

Come presidente di Sinergie Lucane, qual è l’aspetto del suo ruolo che la appassiona di più e, al contrario, quello che trova più sfidante? Cosa motiva a continuare a dedicare tempo ed energie a questa causa, anche quando le sfide sembrano insormontabili?

«L'aspetto che mi appassiona di più è la passione stessa che mi spinge a dare un contributo alla comunità. Quello che trovo più sfidante, invece, è la gestione delle delusioni, spesso dovute a persone che ho sostenuto e che poi si sono voltate contro l'associazione. Ma ciò che mi motiva a continuare, anche quando le sfide sembrano insormontabili, sono i miei associati e persone come Michele Albanese, presidente della Banca Montepruno, che mi ha sempre incoraggiato a non mollare. La mia motivazione più profonda è la certezza che non si può vivere in una società solo per sé stessi, ma si deve agire per il bene comune. Il nostro slogan, "Insieme possiamo", riassume questa filosofia: da soli si può correre, ma solo insieme si va lontano».

La missione di Sinergie Lucane è cresciuta negli anni. C’è stato un momento o un’iniziativa specifica che ha segnato una svolta significativa nell’orientamento o nella portata delle vostre attività? E qual è l’attività o il progetto che, a suo avviso, ha generato il maggiore impatto positivo sulla comunità lucana e perché?

«Ci sono stati diversi momenti significativi. Uno di questi è stato il contributo che abbiamo dato alla creazione della Fondazione Marisol Lavanga, la cui scomparsa mi ha toccato profondamente. Un'altra iniziativa importante è stata l'installazione di un'altalena per bambini in carrozzina al Parco Baden Powell Potenza, preceduta da un evento sulla disabilità. Tuttavia, il progetto che ha generato il maggiore impatto positivo è la Boutique Solidale.  Lì ho capito il vero significato di carità, accoglienza e ascolto. Le persone che incontriamo, pur essendo povere materialmente, mi riempiono il cuore con la loro ricchezza interiore e la loro dignità. Questa esperienza mi ha portato a ridimensionare le frivolezze della vita e a concentrarmi su ciò che è realmente importante».

Avete stretto numerose collaborazioni. Qual è stata la partnership più proficua o inaspettata che ha permesso di raggiungere obiettivi che Sinergie Lucane non avrebbe potuto realizzare da sola?

«La partnership più proficua e storica è stata con la Banca Monte Pruno. Michele Albanese è stata la prima persona a credere nel nostro progetto, definendo la Banca non come uno sponsor, ma come un vero e proprio partner. Questa distinzione è fondamentale per noi. Altri partner storici che ci hanno supportato per quasi dieci anni sono Art Restaurant, Centro Stampa Digitale, Meridiana Italia, Pinko, PLS Industries, Tenport Tendaggi e IT Consultant. Collaborazioni come queste sono linfa vitale per un'associazione come la nostra, che si basa sull'impegno e sulla solidarietà reciproca».

Il vostro claim è “insieme possiamo”. A livello personale, qual è il significato più profondo di queste due parole per lei,? E come lo applica non solo nell’associazione ma anche nella sua vita quotidiana? Potrebbe raccontarci una storia o un aneddoto che incarni perfettamente la forza del lavoro di squadra o all’interno di Sinergie Lucane?

«Per me, "Insieme possiamo" è la consapevolezza che da sola non potrei fare nulla. La squadra, il team, i nostri associati e il pubblico che ci segue sono la mia forza. Questo motto si applica anche nella mia vita quotidiana: quando mi sveglio e sento il peso di un problema, so che una telefonata, il confronto con un'amica o una persona cara può farmi superare il momento difficile. Credo fermamente che nella vita la solidarietà sia fondamentale, sia nella gioia che nel dolore. Donare senza aspettarsi di ricevere è un valore che cerco di incarnare ogni giorno, nonostante i miei difetti, perché so che è l'unica via per un'amicizia vera e per costruire un futuro migliore».

Uno dei vostri obiettivi è coinvolgere i più giovani. Potrebbe condividere un esempio concreto di come Sinergie Lucane sia riuscita a catturare l’interesse e la partecipazione attiva delle nuove generazioni in progetti sociali o culturali?

«In ogni nostra iniziativa cerchiamo di coinvolgere un pubblico eterogeneo, e spesso i giovani sono molto presenti, soprattutto durante eventi come i dibattiti politici. Nelle nostre iniziative i ragazzi trovano lo spazio per proporre le loro idee e progetti. Sostenere i giovani è cruciale per noi, perché la Basilicata ha bisogno di speranza per non diventare un territorio di soli pensionati. Se la nostra associazione può essere una goccia nell'oceano, per me è già un grande successo. Per farcela, però, è necessaria una sinergia tra associazioni, istituzioni e cittadini, un lavoro di squadra che possa invertire la rotta della desertificazione del nostro territorio».

Qual è la visione più grande che ha per Sinergie Lucane e per la Basilicata, una visione che magari va oltre gli obiettivi attuali che la spinge ogni giorno? E qual è l’eredità più grande che Sinergie Lucane spera di lasciare alla comunità lucana nel lungo termine?

«La mia visione per Sinergie Lucane è che nel prossimo futuro la presidenza venga affidata a una persona giovane. Io resterei in back office, ma spero che i nuovi leader possano lavorare in sinergia con le istituzioni per dare un contributo significativo alla crescita del territorio. L'eredità che spero di lasciare è la consapevolezza che, anche se non abbiamo soldi, con la forza dei progetti si può comunque fare tanto. Se dovessi immaginare la Basilicata tra dieci anni, non saprei dirti cosa vedo; l'unica cosa che mi auguro è che ci sia un cambiamento radicale voluto dal Governo centrale tanto quanto da quello regionale. E se un giorno dovessi ritirarmi, mi dedicherò all'agricoltura e alla terra, perché si dice che si tornerà a quella.

L'eredità più grande che Sinergie Lucane spera di lasciare alla comunità lucana è il messaggio che la speranza, la libertà e il coraggio sono essenziali per la vita e la crescita. Soprattutto per i giovani, il mio messaggio è di non bloccarsi alla prima caduta, ma di rialzarsi sempre, di rimettersi in viaggio, e di credere nei propri sogni e lottare per realizzarli».

Se dovesse scegliere una singola parola o frase per ispirare un cittadino lucano a unirsi o a sostenere Sinergie Lucane, quale sarebbe e perché?

«Una sola parola? Sceglierei "solidarietà" o "comunità". O forse, la frase che ci rappresenta di più: "Insieme possiamo". Per me, la vera ricchezza è la solidarietà e l'amore per il prossimo, perché sono fortemente convinta che se vogliamo contribuire fattivamente a una società più umana, più solidale, dovremmo sforzarci di fare tutto il bene che possiamo, in tutti i modi che possiamo, a tutte le persone che possiamo, e sempre e fino a quando possiamo. Scegliere sempre il bene, può migliorare il clima sociale. II bene fatto non si perde mai».

Per concludere, Paola, cosa rende l’esperienza con Sinergie Lucane unica e gratificante?

«L'esperienza con Sinergie Lucane è stata un percorso che mi ha portato a una profonda riflessione sull'essere umano. E' andata di pari passo con la mia vita personale e familiare, portandomi a una maggiore saggezza e a una comprensione più profonda della vita e della comunità. Ogni giorno, la dedizione a questa causa mi insegna che l'impegno disinteressato è una delle gioie più grandi che si possano provare»